Non servirà a nulla la morte un
ragazzo di vent’anni. Non servirà a nulla la colossale figura di merda di tutte
le squallide testate fascistoide e razziste che si sono lanciate come avvoltoi
sulla notizia di un “ragazzo massacrato dal branco di albanesi”. Sono bastate
alcune indiscrezioni non confermate per trasformare il drammatico episodio in
una immediata sentenza di condanna per “gli stranieri”, brutti sporchi e
cattivi (cit. Ettore Scola) per definizione, magari infilandoci dentro anche
“gli zingari” e non fa niente che siano in realtà italiani (circa l’80 per
cento degli zingari che vivono nel nostro paese hanno la cittadinanza italiana)
perché il pregiudizio nei loro confronti si sottrae ad ogni considerazione logica.
Non servirà a nulla che per circa
24 ore i social siano stati inondati da affermazione becere, razziste, stupide,
intrise di odio e violenza (“bisognerebbe dargli fuoco”, “ammazzateli tutti”,
“se ne vedo uno, lo metto sotto con la macchina”) all’indirizzo di questi
vigliacchi che vengono in Italia a infastidire le nostre (sì, aggettivo
possessivo) donne e dai quali bisogna difendersi in una guerra quotidiana del
bene (che siamo noi, orgogliosamente italiani) contro il male (gli stranieri,
soprattutto se poveri e disgraziati).
Non servirà a nulla aver scoperto
che il “branco” era composto prevalentemente (e forse esclusivamente) da
cittadini italiani e che sia miseramente fallito il diffuso bisogno di avere un
nemico verso cui riversare le nostre frustrazioni e le nostre miserie. Un (ri)sentimento
folle sul quale speculano politici senza scrupoli e media che traggono
nutrimento da questa assurda spirale di odio.
Non servirà a nulla neanche
provare a chiedere come si faccia a distinguere i buoni dai cattivi. Sono buoni
quelli dalla pelle bianca? No, certo, ci sono stranieri bianchi e italiani
dalla pelle scura. Sono buoni i cattolici? Anche qui la linea di demarcazione sarebbe
difficile da tracciare. Sono buoni quelli che hanno la carta d’identità
italiana? E come facciamo con quelli di altre etnie diventati italiani? Sono
buoni quelli che pagano le tasse? Oddio, meglio di no, perché spesso sono gli
italiani ad evaderle e gli stranieri ad essere in regola. No, non c’è un modo
per distinguerli con le etichette, come al supermercato, i buoni dai cattivi, con
tutta la buona volontà. E infatti Salvini mica l’ha presentata una proposta di
legge per farlo. E non solo perché non sarebbe capace di scrivere un paio di
pagine in italiano, figurarsi una proposta di legge, ma proprio perché non
sarebbe possibile.
Non servirà a nulla nemmeno ogni
altra dannata tragedia in cui qualche italianissimo coglione farà del male ad
altri esseri umani, per le più bieche e futili ragioni, magari assalendo col
crick l’automobilista che non gli ha dato la precedenza o uccidendo la “propria”
donna, colpevole di non essere sufficientemente fedele all’immagine muliebre che si era
costruito. Una volta esclusa la presenza di sangue arabo nelle vene del
criminale, non resterà che declassare l’episodio a “tragica fatalità” e andare
oltre, sempre alla ricerca del mostro da sbattere in prima pagina e da dare in
pasto all’insensata ferocia della massa.
Non servirà a nulla neppure
esprimere il proprio cordoglio e il proprio sgomento per una morte assurda e atroce.
No, non servirà a nulla, ma almeno, rispetto all’indifferenza, è un tentativo,
forse ingenuo, di restare umani.
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