Ecco qualche assaggio di quello che arriverà al prossimo consiglio: la cassa è in affanno!
Essendo passato più di un mese dall’ultimo consiglio comunale abbiamo deciso di “uscire” con il nostro giornale per darvi qualche aggiornamento e per aprire qualche spazio di riflessione. Intanto assistiamo alla più lunga “pausa” da un anno a questa parte. Quella precedente – che detiene il record assoluto – era (casualmente?) coincisa con la campagna elettorale del vicesindaco per le elezioni provinciali.
Anche questa volta si è trattato di un’interruzione “strana”, visto che un po’ di cosette da sistemare ancora ci sarebbero e forse si sarebbe potuto approfittare di queste ultime settimane. Non dico per rispondere alle nostre interrogazioni, considerate le cenerentole dell’attività istituzionale, sia per lo scarso rispetto del ruolo dell’opposizione, sia per la scabrosità di alcuni argomenti che non poco imbarazzo creano alla maggioranza. Si pensi all’interrogazione sulla diffusa assenza dei certificati di agibilità e sul mancato completamento delle lottizzazioni, da cui si capisce che l’attenzione degli amministratori è massima quando si tratta di rendere edificabili i terreni, permettere la costruzione e agevolare la vendita delle case, per poi scomparire quando in quelle case ci vanno ad abitare delle persone. Però su altre questioni era stata palesata una certa urgenza. Penso all’atto di permuta sulla particella inserita nella proprietà del Sindaco, inserita con procedura d’urgenza per il consiglio del 6 febbraio, rinviata al 20 febbraio, ulteriormente rinviata con l’impegno di approfondire la questione con la commissione urbanistica (nonché di predisporre una mappatura di tutte le strade pubbliche che attraversano il territorio) e della quale invece non si è più avuto neppure un accenno.
Approfittiamo dunque di questo intervallo per dare una prima spulciata al bilancio del Comune. Il primo elemento che salta agli occhi è che è un bilancio “in affanno”. E’ un bilancio che gli uffici hanno faticato non poco a far quadrare nel rispetto dei principi contabili. Un bilancio che quindi mette in evidenza una “sofferenza” economica della nostra piccola comunità. Da dove nasce questa situazione? In primo luogo c’è il mancato introito ICI sulla prima casa deciso dal Governo Berlusconi. Un segno meno sulle previsioni dell’entrata solo parzialmente compensato da altri trasferimenti statali. Il saldo finale rimane comunque negativo, pur con un considerevole aumento dell’imposizione ICI legato al cambiamento di destinazione di molte aree previsto dalla variante adottata a gennaio 2007. Un aumento che, tra l’altro, potrebbe portare anche qualche brutta sorpresa qualora la Regione decidesse di rinviare al mittente il piano (pieno di incongruenze, errori ed irregolarità procedurali, da noi vanamente segnalate). Per compensare la riduzione delle entrate l’amministrazione ha deciso di perseguire due strade.
La prima è quella dell’aumento delle previsioni di entrata del comparto sanzionatorio: da un lato per le violazioni del Codice della Strada e dall’altro per irregolarità nell’attività edilizia. Da un lato quindi si fa una finta campagna di sicurezza posizionando qualche autovelox al solo fine di “fare cassa” (ché la sicurezza stradale è ben altra cosa) e dall’altro si darà il via a tanti microcondoni (magari già concordati) per sanare una pletora di piccoli e grandi abusi.
La seconda sarà quella dell’aumento delle tariffe a domanda individuale. Aumenterà tutto l’aumentabile. Dalla TARSU (rifiuti) alla tariffa sull’acqua. Dallo scuolabus ai buoni pasto. Dall’assistenza domiciliare agli impianti sportivi ed ai soggiorni estivi. Non perché vi sia stato un aumento dei costi (a parte i rifiuti su cui però bisognerebbe aprire un capitolo a parte, vista la sconcertante situazione in cui versa GAIA), ma perché c’era bisogno di compensare la riduzione del gettito operata dal Governo. E chi pagava magari cento euro all’anno di ICI per la prima casa rischierà di pagarne molti di più per l’aumento delle tariffe locali. Pensate ad una famiglia che ha due bambini che frequentano il tempo pieno. Con il rincaro dei pasti da 2,5 a 3 euro (20% netto di aumento) andrà a spendere circa 170 euro in più solo per la mensa scolastica. Senza parlare di tutto il resto. Ovviamente con quei soldi bisognerà finanziare anche il sostanzioso aumento di stipendio che si sono dati gli amministratori, per mantenere i quali la collettività spende circa 90mila euro all’anno.
Sono solo alcune anticipazioni della situazione contabile del Comune. Di queste cose si parlerà nel consiglio comunale del 30 marzo prossimo in cui proveremo ad avanzare qualche proposta per una più razionale allocazione delle – modeste, purtroppo – risorse economiche.
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