6 dicembre 2008

Amministrare e comandare

Ormai quello che dovrebbe essere il momento più importante di esercizio della democrazia in ambito locale sta diventando qualcosa di straordinariamente surreale. Per i pochi – troppo pochi – cittadini che decidono di assistervi e di farsi una propria personale opinione su chi e come amministra il paese c’è la possibilità di capire che è in atto un cambiamento di non poco rilievo. La maggioranza che governa Labico sta finalmente cominciando a rendersi conto della differenza tra “comandare” e “amministrare”. Sta iniziando a fare i conti con delle regole che non possono essere interpretate a piacimento.
Tutto ciò ha ovviamente delle conseguenze. Ad esempio abbiamo l’anomalia di approvare a dicembre i verbali delle sedute consiliari di giugno. E questo perché in passato i verbali, come del resto tutti gli adempimenti di carattere giuridico, venivano considerati un inutile quanto fastidioso orpello e quindi ci si limitava a poche righe e probabilmente anche gli interventi erano pochi e contenuti.
Fu molto divertente la risposta del sindaco alla nostra richiesta di registrare le sedute consiliari: non si può, si viola la privacy. Un vero e proprio nonsenso. Adesso, a più di un anno di distanza, è stato dato l’incarico agli uffici di predisporre la registrazione e trascrizione delle sedute consiliari. La mancanza di chiarezza e di organizzazione su alcune questioni porta a perdere molto tempo in consiglio. Si sono perse ad esempio circa due ore per risolvere la questione posta da Spezzano sull’infedele trascrizione delle sue dichiarazioni. Per fortuna sulle sedute di giugno relative alle osservazioni alla variante di PRG avevamo predisposto un tavolo di verifica per evitare discussioni in aula. Con un po’ di buona volontà le cose si riescono a fare, però è necessario avere rispetto del ruolo e delle prerogative della minoranza, che invece, secondo una visione arrogante di qualche amministratore, dovrebbe essere esclusa dalla macchina amministrativa.
Anche la lettura dell’assestamento di bilancio è stata resa difficile da un metodo studiato ad arte per impedire all’opposizione – e ai cittadini – di sapere come e con quali criteri vengano spesi i soldi pubblici. Si mette a disposizione per poche ore la documentazione di bilancio due giorni prima della seduta. E da lì uno dovrebbe farsi un’idea delle politiche di bilancio. Certo molti amministratori non lavorano e non hanno problemi ad andare in orario di ufficio in comune a leggersi le carte. Per chi un lavoro ce l’ha, tutto diventa più difficile ed è evidente che questi sono mezzucci per rendere più gravoso il ruolo del consigliere. Che è un ruolo di controllo.
Nell’interesse di tutti i cittadini. E la necessità del controllo è stata dimostrata dal modo allegro con cui a volte vengono gestite le risorse. Il raggruppamento per macroaree, spesso con denominazioni vaghe e fumose, rende difficile una valutazione accurata della gestione delle risorse. Indubbiamente alla fine “i conti tornano”, nel senso che il bilancio è a saldo zero. Ma ci sono molti elementi di preoccupazione su “come” vengano utilizzate le risorse. Io posso dire di aver rilevato l’anomalia dell’assegnazione di 500 euro per la biblioteca comunale.
Una cifra ridicola, considerando che, nel 2007, alla voce biblioteca compariva un importo di circa 40mila euro per non funzionare. Chiedo un chiarimento. Il Sindaco dice che è solo per dicembre. “Ma dicembre è la prossima settimana”. Ribatto. Il Sindaco a questo punto annuncia solennemente che la biblioteca entrerà in funzione a partire dal 2 dicembre. “Per farle prendere aria?” Replica ironicamente Nello Tulli. Tutti a ridere. Peccato che ci sia poco da ridere visto che oggi, 5 dicembre, sono andato in biblioteca e l’ho trovata chiusa. Sembra che aprirà entro dicembre. Vi terremo informati.
Chiedo ancora una volta spiegazioni su come mai non vengano messi sul sito internet gli avvisi dei bandi. Ad esempio quello delle borse di studio. La cosa è grave sotto due aspetti. Il primo è che questo sembra un metodo per consentire a pochi di essere informati e di poterne beneficiare. La seconda è che non si capisce perché spendere soldi pubblici per un sito che non svolge la sua funzione istituzionale: quella di informare i cittadini. Chiedo anche all’assessore al bilancio quanto costa il sito ai cittadini.
Ovviamente l’assessore si guarda bene dal rispondermi.
A questo punto dovrei parlare del punto relativo alla concessione di una tomba. Non descrivo la vicenda perché è arrivata in redazione una lettera che dà una lettura molto chiara dell’episodio. Spezzano aveva sollevato alcune perplessità sui costi molto favorevoli della concessione.
Io avevo rilevato una preoccupante anomalia sulla gestione privatistica di un bene pubblico. Rilevavo che sul piano giuridico era molto discutibile la procedura seguita. Un consigliere di maggioranza mi dà ragione sostenendo che da tempo svolge una battaglia contro questo tipo di procedure. Anche il Sindaco dice che le mie affermazioni sono fondate. Però… però alla fine mette in votazione. Lui vota a favore. Con lui altri sette consiglieri di maggioranza. Manca un solo voto per ottenere il numero legale. E alla fine ci pensa il consigliere battagliero (di cui poco sopra) a far quadrare i conti …

15 novembre 2008

Consiglio dell’11 novembre: CAL, verbali e (ancora) osservazioni

Consiglio inusuale questa settimana. Convocazione di martedì, imposta dalla Regione Lazio per l’elezione dei membri del Consiglio delle Autonomie Locali. Con l’occasione si inseriscono all’odg alcuni dei verbali relativi alle famigerate sedute estive sulle osservazioni alla variante al PRG e tre delle rimanenti osservazioni.
All’inizio della seduta prendo la parola per segnalare una grave irregolarità amministrativa commessa sul bando del centro infanzia, emanato in violazione del Testo Unico sulle Autonomie Locali. A volte la fretta è davvero una cattiva consigliera e porta a commettere delle disastrose leggerezze. Se qualcuno aveva il sospetto che i beneficiari della delibera fossero già stati in qualche modo individuati troverà, nel modus operandi degli amministratori, ulteriori elementi di perplessità. Uno degli elementi importanti di un bando sociale è quello della sua massima conoscibilità. Lo stesso sindaco aveva dichiarato nel consiglio comunale precedente. “Già stasera ci sarà il bando on line”. In realtà il bando sul sito non c’era neppure dieci giorni dopo. L’unica forma di pubblicità erano i quattro manifesti affissi nella zona del centro. Il resto della popolazione labicana si arrangi.
Il Sindaco prende comunque atto dell’irregolarità e si impegna a risolvere la questione (che significa annullare il bando e riproporlo nei termini di legge).
La votazione del Consiglio delle autonomie locali si svolge senza problemi. Per la cronaca la lista di destra prende 8 voti, quella di centro 1 voto e quella di centrosinistra 5 voti.
Si passa all’esame dei verbali. Io avevo inviato un corposo pacchetto di modifiche ed integrazioni, che non c’era stato il tempo di inserire. Si decide pertanto di rinviare l’approvazione alla seduta successiva.
Si passa quindi alle osservazioni. Una riguarda la viabilità di una zona che è stata trasformata in zona ad alta densità abitativa. Sarà la quarta volta che torna in consiglio, ma il problema è sempre lo stesso: dove si fa passare la strada tenendo conto della presenza di un’area boschiva (una delle poche sopravvissute alla smania cementizia di Galli e Giordani) e di una morfologia del terreno non proprio adatta? Tutti a chiedersi dove si fa passare la strada, ma nessuno (della maggioranza almeno) che si faccia venire il dubbio che il problema non è la strada, ma il fatto di creare le condizioni perché la strada diventi necessaria. Se la zona è inadatta ad una massiccia edificazione forse sarebbe più opportuno costruire meno case, di una tipologia meno invasiva, riducendo così le esigenze di viabilità. Niente da fare. A quanto pare una volta che si individua una zona (e si scatenano interessi ed appetiti) è impossibile tornare indietro, anche quando sarebbe la scelta più ragionevole. Alla fine si decide di rinviare ancora una volta con l’impegno di un ulteriore sopralluogo.
La seconda osservazione era stata ritirata per ben due volte perché noi avevamo chiesto che venisse fatta chiarezza su alcune affermazioni dell’interessato, che facevano pensare che fossero state commesse delle irregolarità di carattere urbanistico ai suoi danni. Questa volta Sindaco e responsabile dell’ufficio tecnico hanno affermato che non c’erano state irregolarità. Chiedo comunque l’inserimento di tutta la documentazione necessaria.
L’ultimo punto era stato discusso almeno altre tre volte.
E ogni volta un’imbarazzatissima amministrazione si era ritrovata a dover ritirare l’osservazione per una palese inconsistenza delle motivazioni per le quali intendevano bocciarla. In pratica l’osservante chiedeva che una parte del proprio territorio venisse destinata a zona turisticoricettiva.
Tipologia che nella variante al piano regolatore si trovava solo ed esclusivamente nei terreni di proprietà del Sindaco e per ben 5,8 ettari. Negare questa opportunità ad altri non poteva avere alcuna giustificazione, se non quella di creare una sorta di monopolio il cui beneficiario era proprio Andrea Giordani. Alla fine è prevalso il buonsenso e l’osservazione è stata accolta. E’ un ottimo risultato, anche perché è stato uno dei pochi casi in cui si è seguita la strada di una pianificazione del territorio rispettosa dei valori ambientali e che potrebbe portare alla valorizzazione di un’economia di pregio e sostenibile.
Peccato che per la stragrande maggioranza del territorio non sia stato così.

8 novembre 2008

Consiglio del 31 ottobre: convenzioni e osservazioni

Dell’idiosincrasia per la trasparenza dei nostri amministratori abbiamo già avuto modo di dire e l’ultimo consiglio comunale non ha fatto che confermare la nostra tesi. Già a partire dalla convocazione si intuiva che c’era qualcosa che non andava: l’ordine del giorno recava solo due punti. Il primo relativo al rinnovo di una concessione cimiteriale, il secondo riguardante due osservazioni alla variante al piano regolatore.
Ben poca cosa per giustificare un consiglio comunale. Ed infatti, puntualmente, è arrivato a casa dei consiglieri (ma solo a loro) l’avviso che vi sarebbero stati ben tre punti integrativi dell’ordine del giorno. In apertura di seduta faccio subito presente la scorrettezza di una simile procedura, evidenziando che in questo modo si potrebbero aggirare le norme sulla corretta pubblicità dei lavori consiliari, impedendo ai cittadini di venire a conoscenza degli argomenti in discussione. Né potevano valere le ragioni di urgenza che la legge prevede per simili circostanze, visto che si trattava di argomenti ben noti (e in parte già affrontati), la cui programmazione sarebbe potuta avvenire nel pieno rispetto delle procedure.
Ovviamente, neanche a dirlo, il sindaco non risponde alle eccezioni sollevate. Lo fa spesso e non me ne preoccupo più di tanto. Cerco solo di intuirne la ragione.
O si tratta di un solenne senso di superiorità che lo induce ad ignorare le istanze dei consiglieri comunali, anche quando il suo dovere istituzione imporrebbe comportamenti più rispettosi. Oppure semplicemente non sa cosa rispondere, preferendo la brutta figura del silenzio alla figuraccia di dire qualche sciocchezza.
Sul primo punto il dibattito è brevissimo ed interviene solo Spezzano a denunciare la delicata situazione delle nostre aree cimiteriali e l’anomalia dell’individuazione di una nuova area in prossimità di Carchitti con aspetti poco chiari sulla determinazione dei costi per i residenti. Al voto comunque dieci favorevoli e noi ci asteniamo.
Si passa a due osservazioni che erano già state portate in consiglio altre volte, riguardanti la richiesta di eliminazione di una strada di piano che avrebbe causato non pochi disagi agli osservanti.
Giordani approfitta dell’argomento in esame per sostenere la tesi dell’inutilità delle commissioni consiliari, convinto che servano a persuadere l’opposizione della bontà delle proposte della maggioranza e non perdere troppo tempo in consiglio. Peccato che non sia così, provo a spiegare, parlando dei meccanismi della democrazia, dei suoi strumenti e dell’obbligatorietà di alcuni di essi.
Dopo una lunga discussione si perviene comunque ad una posizione condivisa. Si elimina la strada di piano, che rimarrà come servitù di passaggio fino a quando non verrà realizzata la nuova viabilità di collegamento. Il parere così riformulato viene accolto all’unanimità.
Il punto successivo è il primo di quelli integrativi ed è ancora una volta la delibera per la convenzione con il centro infanzia privato. Delibera portata per ben due volte in consiglio e per ben due volte ritirata per oggettivi problemi di contenuto. Si era deciso di costituire una commissione ad hoc per una sua rielaborazione, ma non si è riusciti a trovare un accordo. Si sono scontrate due posizioni: da un lato quella di chi si ostinava a voler gestire la questione in modo clientelare e particolaristico, da un lato quella di chi chiedeva l’adozione di principi di carattere generale puntando su trasparenza, correttezza ed equità. Immagino non sia difficile intuire su quale versante si fossero schierate maggioranza ed opposizione.
In consiglio abbiamo depositato una memoria per Cambiare e Vivere Labico News ripercorrere le tappe della vicenda, evidenziando i gravi illeciti amministrativi riscontrati, e abbiamo presentato pochissimi emendamenti nel tentativo di migliorare il testo elaborato dalla maggioranza. Ovviamente non è passato nulla di ciò che abbiamo chiesto, nonostante fossero proposte basate soprattutto sul buonsenso e nell’interesse delle famiglie (come ad esempio l’estensione a dieci famiglie dei benefici previsti dalla delibera). E’ stato divertente notare che la maggioranza ha perfino modificato il testo che aveva proposto in commissione, introducendo una incomprensibile differenziazione tra gli aventi diritto: il contributo non era più uguale per tutti, ma variava da un massimo di 120 ad un minimo di 80 euro (figli e figliastri). Noi chiediamo spiegazioni.
Ci rispondono “In preconsiglio abbiamo deciso così”. Provo a far notare che il preconsiglio è una riunione di carattere privato che non ha alcun valore giuridico sul piano istituzionale. Fiato sprecato.
Anche l’erogazione dei pasti diventa un’elargizione che non comporta alcun beneficio tangibile per le famiglie. Infatti le tariffe della struttura non diminuiranno. Sostengono che la rette sono già ridotte.
Peccato che non vi siano atti a comprovarlo.
La sensazione è che si faccia un uso molto allegro delle risorse pubbliche. Da parte nostra c’è il rammarico per il comportamento della maggioranza, insensibile alle nostre istanze e alle nostre proposte finalizzate esclusivamente all’adozione di un vero intervento di carattere sociale e che avesse una validità generale e prevedesse concrete garanzie nell’interesse sia dei cittadini, sia delle strutture private, sia della pubblica amministrazione. Abbiamo citato le esperienze dei comuni più attenti alle questioni sociali, facendo notare l’adozione di regolamenti di carattere generale. Tempo perso. Si va al voto. Proprio non ce la sentiamo di avallare il comportamento miope della maggioranza. Sul principio eravamo tutti d’accordo, ma sulla sua applicazione le nostre posizioni sono davvero troppo distanti e votiamo contro.
Il punto successivo riguarda una comunicazione relativa all’utilizzazione dei fondi di riserva fatto con una delibera del 4 settembre. Chiedo di intervenire. Il sindaco cerca di impedirmelo. Diamo vita ad una penosa querelle che dura venti minuti. Il sindaco, a quanto pare ignora il fatto che è diritto dei consiglieri intervenire sulle questioni all’ordine del giorno e cerca di impedirmi di parlare. E’ una violazione gravissima delle regole di convivenza democratica. Io insisto in tutti i modi. Alla fine sono l’assessore Di Stefano e il vicesindaco a far notare che questo irrigidimento è del tutto fuori luogo. Io volevo solo far notare di aver chiesto per ben due volte di portare la comunicazione in consiglio, visto che era noto a tutti che serviva per coprire i costi della delibera appena votata. Ovviamente invece la comunicazione è stata data allo scadere dei sessanta giorni previsti dalla legge. Contesto l’uso della procedura, che rappresenta a mio avviso un modo per aggirare le norme contabili, quando mancano i requisiti di urgenza previsti dalla legge. “Cazzate” (testuale) interviene l’assessore al bilancio, secondo il quale questo è l’unico modo per trovare le risorse per finanziare interventi non programmati. Magari qualcuno dovrebbe spiegare all’assessore al bilancio che la procedura contabile corretta è la variazione di bilancio, che necessita del voto consiliare.
Il punto successivo è, per l’appunto, una variazione al bilancio. Arrivano risorse da parte della Regione e vanno inserite nel quadro contabile. Si vota e si chiude.

18 ottobre 2008

Consigli d’ottobre: interrogazione “blindata”, osservazioni ritirate

Gli ultimi due consigli comunali sono stati decisamente brevi. Quello del 3 ottobre è stato monopolizzato dall’interrogazione di Maurizio Spezzano, il cui dibattito, che si è svolto a porte chiuse, è stato molto lungo ed articolato.
Non entro nel merito e lascio a Maurizio la possibilità di riassumere e commentare la discussione sul punto, durata quasi due ore. L’esame dei tre punti successivi è stato invece piuttosto rapido. Si è trattata la revisione dello Statuto del Consorzio dei Castelli della Sapienza, con l’obiettivo di alleggerire gli organismi. Da parte nostra abbiamo dato il nostro assenso all’intervento di modifica, ma abbiamo voluto sottolineare che ci aspettiamo di vedere qualcosa di concreto da parte del Consorzio, la cui esistenza altrimenti rischierebbe di non trovare alcuna giustificazione e di comportare ulteriori ed inutili costi per le casse dei comuni che ne fanno parte. Sotto questo aspetto ovviamente diamo piena delega e fiducia a Nello Tulli, che abbiamo designato a rappresentarci nell’ambito del Consorzio. Il punto successivo riguardava una deliberazione finalizzata a dare seguito ad una richiesta di affrancazione dagli usi civici, che viene rapidamente approvata.
L’ultimo punto prevedeva invece la nomina del collegio dei revisori previsto dallo statuto del centro anziani.
Bisognava individuare due consiglieri di maggioranza ed uno di opposizione. Per noi svolgerà il compito Nello. La seduta è tolta.
La settimana successiva nuovo consiglio. Si torna a parlare di osservazioni alla variante al P.R.G.. Era dall’1 agosto che non si affrontava l’argomento. Le osservazioni previste sono solo cinque. Quasi tutte esaminate e rinviate in sedute precedenti. Manca il sindaco. Sembra che sia in Sardegna. Andiamo avanti e occupiamoci delle osservazioni. Per un loro corretto esame bisognerebbe sapere cosa si è deciso in precedenza. Lo facciamo notare e chiediamo per l’ennesima volta di poter avere i verbali dei consigli comunali precedenti. In particolare io chiedo anche quante e quali osservazioni siano rimaste da esaminare, se finalmente si sia proceduto ad aggiornare le stime del piano sulla base delle osservazioni accolte, valutando quindi le nuove previsioni di incremento demografico e ridefinendo gli standard urbanistici. Esprimo preoccupazione per il possibile squilibrio finale, visto che la tendenza è stata quella di aumentare le zone edificabili e di ridurre gli spazi destinati a verde e servizi.
Rilevo inoltre che andrebbe valutato il progetto urbanistico alla luce del piano territoriale paesistico regionale e chiedo come mai non sia stato ancora fatto. Galli a questo punto propone una sorta di tavolo congiunto per rivedere il piano sulla base di principi condivisi e comunque afferma che debba essere garantita la compatibilità del piano con la pianificazione regionale. Di Stefano concorda e ritiene necessario un nuovo passaggio in commissione per elaborare una sintesi. Per quanto riguarda la mia richiesta dichiara di aver dato mandato al tecnico che ha redatto il piano per fare una relazione in base alle osservazioni approvate.
Giovannoli giudica tardiva l’apertura della maggioranza, considerato che sono state esaminate oltre 150 osservazioni e non sembra molto razionale pensare di rimetterle in discussione. Analoghe considerazioni le fa Tulli che, pur ringraziando il sindaco per l’apertura, afferma che il piano manca di omogeneità e stravolge l’assetto territoriale, facendo scivolare lentamente il paese verso l’anonimato.
Per quanto riguarda le osservazioni la prima mirava ad includere alcune particelle nella zona edificabile e, come le altre di analogo tenore nella stessa area, viene accolta parzialmente. Il tentativo di risolvere un problema di disomogeneità riesce solo in parte, visto che rimangono “buchi” con destinazione d’uso differente del tutto irrazionali.
L’osservazione successiva era già stata oggetto di particolare attenzione, visto che – a detta dell’osservante – potevano esserci delle irregolarità nella lottizzazione limitrofa. In quella circostanza avevamo chiesto tutta la documentazione che potesse fare chiarezza sulle affermazioni dell’interessato. Tra gli atti però mancano ancora documenti importanti e di conseguenza la maggioranza decide di ritirarla e rinviarne l’esame.
Passiamo all’osservazione seguente, che interviene nuovamente sulla zona di Colle Alto. Anche in questo caso sarebbe utile conoscere con esattezza cosa era avvenuto quando erano state esaminate altre osservazioni ricadenti sul comparto. I dubbi sulla vicenda sono talmente numerosi che l’osservazione viene ritirata.
Si passa ad un’osservazione predisposta dal Consorzio di Colle Spina. L’osservazione è molto ben fatta e segnala numerosi errori del piano. La discussione sul punto va avanti a lungo e l’atteggiamento della maggioranza sembra piuttosto schizofrenico. Da un lato si concorda con gran parte di quanto asserito nell’osservazione, riconoscendo i molti errori riguardanti Colle Spina contenuti nel piano (alcuni dei quali corretti a seguito dell’esame di alcune delle osservazioni presentate), dall’altro però l’orientamento è quello di respingere l’osservazione. Fatta eccezione per l’assessore Prestipino, che annovera proprio il quartiere di Colle Spina tra le sue competenze, che vorrebbe accogliere l’osservazione. Di Stefano però lo convince in fretta a cambiare opinione. Noi invece vorremmo che si riconoscesse al Consorzio di Colle Spina di aver colto nel segno con l’osservazione e che si tenesse conto del fatto che questa è stata predisposta nell’interesse dei cittadini del quartiere e della loro qualità della vita. Niente da fare.
L’osservazione viene respinta, anche se, ad onor del vero, la motivazione cerca di ammorbidire la negatività della decisione. Il concetto è in pratica: “avete ragione voi, ma l’osservazione la bocciamo”.
Terminiamo con l’esame di un’osservazione con la quale si chiede di non individuare tutta la zona turistica ricettiva all’interno della proprietà del sindaco. E’ la seconda volta che viene esaminata. La prima volta avevamo sottolineato l’incongruità (e la parzialità) della decisione, portando il sindaco, peraltro interessato personalmente alla questione, a ritirarla. La riproposizione prevede lo stesso giudizio: negativo. Se ne avvede immediatamente l’assessore Di Stefano, il quale, prima ancora che noi cominciamo le nostre riflessioni, si dichiara disposto a ritirarla. Si dibatte un po’ sul merito, ma ormai l’orientamento è chiaro. L’osservazione infatti viene ritirata. Ed è la terza su cinque. Il consiglio è chiuso.

4 ottobre 2008

Il Presidente fantasma

Qualcuno dei nostri lettori più affezionati sicuramente se ne ricorderà. Esattamente un anno fa la maggioranza impose una modifica statutaria per creare la figura del Presidente del Consiglio Comunale. Provo a riassumere brevemente la vicenda. Pur consapevoli della necessità di una completa revisione dello Statuto, i nostri amministratori decisero di effettuare da subito questa prima modifica, per evidenti ragioni di equilibri interni.
La determinazione era tale che diedero vita ad un imbarazzante pasticcio al momento della votazione, visto che, a nostro avviso, non era stato raggiunto il quorum necessario per l’approvazione della modifica.
Il Sindaco disse “non è approvata”. Poi venne ritrattato tutto con uno scandaloso verbale che capovolgeva la vicenda e tutti i consiglieri di maggioranza si trincerarono dietro affermazioni del tipo “non ricordo”, “ero distratto”, “non saprei”. Questa protervia era giustificata (secondo loro) da straordinarie ragioni di necessità e urgenza che impedivano una più ponderata e serena riflessione da effettuare insieme alla minoranza, che – detto per inciso – sul punto in questione era sostanzialmente d’accordo. In pratica serviva subito la figura del Presidente del Consiglio Comunale e non era possibile attendere oltre, anche a costo di qualche “forzatura” (chiamiamola così) politica e istituzionale. Con queste premesse ci si sarebbe aspettati una rapida attuazione della modifica.
Ad esempio la stampa e distribuzione in tempi brevi del nuovo Statuto e del nuovo Regolamento, come modificati dal Consiglio Comunale. E poi, soprattutto, l’elezione del Presidente, come da nuovo Statuto.
Magari non proprio la prima seduta successiva, ma magari la seconda, o, al limite, la terza. Bene, di sedute ne sono passate 15. E un anno di tempo. Della nomina del Presidente del Consiglio nessuna traccia. In pratica i nostri amministratori hanno usato tutta la loro arroganza per effettuare una modifica al regolamento su cui adesso risultano inadempienti da un anno. Un vero capolavoro. Bisognerebbe chiedersi come mai abbiano deciso di fare questa pessima figura. Certo la scarsa dimestichezza con le regole non li aiuta. Pensano che sia sufficiente imporre la loro volontà con la forza dei numeri per sistemare tutto. In realtà la democrazia non è fatta solo di numeri, ma è necessario anche rispettare alcuni principi. Certo potrebbero imporre un nuovo cambiamento per ripristinare lo status quo ante.
Ma questo significherebbe coprirsi di ridicolo e ne sono consapevoli. Però non nominano il Presidente e questo fa sorgere qualche domanda. Temono forse che la nuova figura potrebbe creare più problemi di quanti non possa risolverne? Oppure pensano che l’attribuzione di un significativo potere ad una persona possa alterare i già difficili equilibri interni? O magari ritengono che in fondo nessuno dei consiglieri (sono ovviamente esclusi i membri della giunta) abbia la capacità e l’autorevolezza necessarie? Tutte domande per le quali non sarà facile avere una risposta. Noi intanto continuiamo a chiedere dall’inizio della consiliatura il rispetto dello Statuto e del Regolamento e, coerentemente, chiediamo che, insieme alle commissioni consiliari, venga nominato anche il Presidente del Consiglio Comunale. E, inoltre, chiediamo che la commissione nominata per le modifiche statutarie termini il suo lavoro. Sono più di sei mesi che non viene convocata. L’ultima volta l’accordo era quello che ogni gruppo avrebbe dovuto presentare un pacchetto di proposte di modifica su cui confrontarsi. Noi, diligentemente, ci siamo presentati all’appuntamento col nostro compitino pronto. Gli altri non si sono presentati, né ci hanno comunicato alcunché. Ed è da allora che attendiamo notizie. Anche in questo caso sembra di assistere ad un vero e proprio ripensamento: quello che un anno fa sembrava urgente ed inderogabile adesso è diventato un elemento del tutto trascurabile. Solo a seguito delle nostre insistenze il Sindaco si è impegnato a riconvocare la commissione.
Attendiamo fiduciosi.

Alle colonne d'Ercole

Alle colonne d'Ercole
La mia ultima avventura