28 settembre 2008

Cronache dal consiglio comunale

Resoconto del consiglio comunale del 26 settembre 2008

Terminata la pausa estiva l’attività consiliare sembra voler riprendere con una certa regolarità. La principale ragione di questa convocazione è il rispetto della norma che prevede la presentazione dello stato di attuazione del programma e degli equilibri di bilancio entro il 30 settembre di ogni anno. I punti all’ordine del giorno però sono ben sette ed è chiaro sin dall’inizio che questo consiglio non sarà breve.
Il primo punto dell’ordine del giorno reca un generico “approvazione verbali sedute precedenti”, formulazione che andrebbe bene in un qualunque comune d’Italia dove i verbali vengono approvati nella seduta immediatamente successiva o, al limite, in quella dopo. Non a Labico dove l’approvazione dei verbali è puramente incidentale e dove i verbali si approvano con una certa discontinuità. Tra i verbali da approvare ci sono infatti quelli relativi alla correzione ed integrazione di due verbali risalenti a febbraio e marzo di quest’anno. Verbali fatti talmente male, nonostante i molti mesi trascorsi, da risultare non approvabili. E’ stato sufficiente segnalare alcune delle numerose incongruenze per indurre il sindaco a ritirare i due verbali incriminati. Cogliamo l’occasione per ricordare che da circa un anno e mezzo stiamo chiedendo la registrazione delle sedute, in modo che nessuno abbia dei dubbi sull’andamento dei consigli comunali. Parole che sono sembrate al vento per lungo tempo, ma che sembra siano riuscite a creare una breccia. Anche il segretario comunale ormai sembra condividere le nostre posizioni e chi aveva comicamente parlato di “violazione della privacy” (si tratta dell’assessore Scaccia) in merito alla registrazione delle sedute è servito. Gli altri quattro verbali registrano un evidente eccesso di sintesi, ma, alla luce delle rassicurazioni sulle buone intenzioni per il futuro, decidiamo di non sollevare eccezioni, salva la richiesta di integrazione del verbale relativo ad un atto ritirato con le motivazioni per le quali si disponeva il ritiro. L’atto in questione era la convenzione con un centro per l’infanzia privato, che peraltro veniva riproposta proprio nell’attuale seduta. Si approvano quindi quattro verbali con l’astensione del gruppo dell’opposizione.
Il secondo punto riguarda l’obbligo, previsto dal Testo Unico degli Enti Locali, di approvare in sede consiliare lo stato di realizzazione dell’attività programmata e la verifica degli equilibri di bilancio. Il documento all’esame si compone quindi di due parti, la prima – relativa agli equilibri di bilancio – di carattere meramente contabile e che fotografa lo stato dei conti con l’obiettivo di evitare ogni possibile squilibrio tra i saldi, la seconda, con una valore indubbiamente più politico, perché permette di farsi un’idea sullo stato dell’arte di quanto previsto dai programmi dell’amministrazione. Apre la discussione l’assessore Scaccia che legge una soporifera relazione che mette a dura prova anche i più volenterosi. Per fortuna i volenterosi si erano letti il documento e avevano quindi le idee sufficientemente chiare. Per le questioni dubbie è bastato interpellare il responsabile del settore che ha fornito con competenza le necessarie spiegazioni. Nel dibattito siamo intervenuti tutti per contestare il dato “politico” che è emerso dalla lettura del documento, visto che, al di là della salvaguardia formale degli equilibri di bilancio, si è registrato un preoccupante livello di incertezza sulle entrate, con conseguente riduzione della capacità di spesa ed investimento dell’amministrazione, ma soprattutto il modo in cui le risorse vengono investite. Ed è proprio sotto questo aspetto che concentro il mio intervento, scorrendo la parte che riguarda l’analisi dei singoli programmi ed evidenziando come il settore di maggior rilievo economico, quello relativo al funzionamento della macchina amministrativa, preveda quasi due milioni di euro di spesa, senza prevedere alcunché per garantire ai consiglieri di opposizione lo svolgimento del proprio lavoro, come chiediamo dall’inizio della consiliatura. Mi soffermo anche sul problema dell’istruzione pubblica, ricordando che, nonostante i toni trionfalistici del documento, la questione della scuola è tutt’altro che risolta e che, a causa della mancanza di programmazione da parte dell’amministrazione, l’erogazione dei pasti partirà con un mese di ritardo rispetto all’inizio delle lezioni, con decine di ore di lezione perse e con inevitabili difficoltà per il rispetto dei programmi scolastici. Affronto la questione della cultura, che, a leggere il documento, sembra uno dei principali pensieri della giunta municipale. Questione talmente importante da non aver neppure istituito un assessorato alla cultura e da non prevedere quasi nessuna iniziativa culturale. Per non parlare dello stato di abbandono della biblioteca, per la quale il bilancio prevedeva fino allo scorso anno una cospicua cifra per il pagamento del personale addetto. La biblioteca però non funzionava lo stesso e nel bilancio di quest’anno la cifra è stata semplicemente cancellata. Anziché decidere di far funzionare la biblioteca si è deciso di ufficializzare la sua inesistenza, azzerando completamente i fondi (salvo poi, come vedremo, approvare un regolamento…).
Continuo ricordando che anche sullo sport i nostri amministratori non brillano per sensibilità e ricordo la questione del mancato adeguamento del campo di calcetto, ragion per cui la squadra locale non è riuscita ad iscriversi al campionato. Parlo anche della viabilità e del problema della sicurezza stradale, di cui forse bisognerebbe preoccuparsi un po’ di più e per il quale abbiamo presentato una mozione con la richiesta di avviare un serio programma di prevenzione. Anche sul programma relativo alla gestione del territorio e dell’ambiente ho molto da dire, visto che il nostro territorio è preso in considerazione dai nostri amministratori solo quando può essere utile per spalmarci qualche tonnellata di cemento. Ricordo che il consigliere delegato all’ambiente aveva preso l’impegno di aumentare, per frequenza di svuotamento e quantità, le campane per la raccolta differenziata, ma che di questo impegno non si è vista traccia. Il dubbio è che i nostri amministratori la raccolta differenziata proprio non la facciano, altrimenti si sarebbero resi conti dello stato in cui versano i contenitori. Per non parlare – ma ne parlo – delle discariche abusive disseminate sul territorio, di cui lascio da mettere agli atti una documentazione fotografica, sottolineando la presenza di un considerevole quantitativo di eternit, invitando il sindaco a provvedere immediatamente alla sua bonifica. Termino il mio intervento ricordando che anche sotto l’aspetto quantitativo l’attenzione dell’amministrazione su temi come lo sport e la cultura è davvero modesta: circa lo 0,5 per cento del bilancio per ognuno dei due settori. Questo è un caso in cui i numeri parlano da soli.
Il terzo punto riguarda l’approvazione dello schema di convenzione con un centro per l’infanzia ritirato ad agosto. La delibera e lo schema di convenzione sono scritti “male”, caratterizzati da eccessiva vaghezza, mancanza di principi chiari, formulazione ambigue (non si sa se e quanto volutamente). Interviene subito Maurizio Spezzano che fa notare alcuni degli aspetti più controversi, anche per quanto riguarda il profilo contabile. Il sindaco ed alcuni membri della giunta cominciano a scambiarsi sguardi di preoccupazione. Il sindaco chiede subito una sospensione di dieci minuti. Viene accolta. La pausa dura oltre venti minuti. Sembra che l’argomento abbia creato qualche problema nella maggioranza. Si rientra in aula. Qualcuno nella maggioranza cerca una semplificazione della questione che sfocia nella sua banalizzazione: da una parte c’è un atto che prevede interventi di solidarietà per i meno abbienti, dall’altro c’è chi vuole contestare quell’intervento. Sono costretto ad un intervento preliminare e chiarificatore per evitare facili strumentalizzazioni. Al di là delle questioni di merito dell’atto – su cui c’è molto da dire – rilevo un’anomalia nella procedura seguita. Stiamo esaminando un atto, del quale avevamo contestato vizi di forma già due mesi fa. L’atto era stato ritirato, ma non si è cercato di affrontare insieme i nodi della questione. Addirittura la giunta ha approvato una delibera per l’utilizzazione di 1500 euro dei fondi di riserva da destinare alla materia. Di quella delibera noi abbiamo chiesto conto già nella seduta di quindici giorni prima, ma il sindaco ha pensato bene di non portarla all’attenzione del consiglio, nonostante i fondi di riserva debbano essere utilizzati per ragioni di urgenza e il cui uso andrebbe quindi fatto con molta cautela. Ho lamentato l’assoluta mancanza di trasparenza nel metodo e la volontà di imporre al consiglio un atto solo con la forza dei numeri, senza tenere conto della correttezza del contenuto. Colgo l’occasione per esprimere la stima nei confronti del lavoro e dell’impegno dei privati che sono parte in causa, chiarendo che non siamo contrari all’intervento di sostegno delle famiglie bisognose, ma che desideriamo che le scelte che vengono fatte rispondano a criteri di trasparenza e di equità.
Nel prosieguo della discussione vengono sottolineati i principali elementi di critica da parte nostra. La scelta di una sola fascia oraria destinataria del beneficio, privando quindi dell’opportunità proprio chi probabilmente ne ha più bisogno perché ha orari di lavoro più lunghi. La mancanza di criteri per l’individuazione dei possibili beneficiari dell’incentivo. La mancanza di chiarezza sull’erogazione dei pasti che, leggendo la delibera, sembrerebbe già a carico del comune, senza che nessuno ne sapesse niente. Sul punto in questione, nonostante una puntuale e diretta richiesta di chiarimento, il Sindaco preferisce non rispondere. Ormai ci siamo abituati. La maggioranza chiede una nuova sospensione. Al rientro propongono di eliminare tutte le parti dubbie della delibera e lasciarla “in bianco” e di nominare una commissione per decidere i criteri. La toppa peggio del buco. La delibera diventerebbe ancora più vaga. Chiediamo noi una sospensione. Al rientro la nostra proposta: formale ritiro della delibera, un atto di indirizzo con le finalità condivise e l’affidamento alla commissione consiliare competente (ancora non istituite da un anno e mezzo, nonostante le nostre continue sollecitazioni) della predisposizione dell’atto, da portare di nuovo in consiglio. A quanto pare le commissioni statutarie provocano l’orticaria alla maggioranza. Vogliono una commissione ad hoc. Su questo cediamo. Il Sindaco “per l’imbarazzo creato”, ritira la delibera. Si approva l’atto di indirizzo. Si nomina la commissione ad hoc. I membri della maggioranza sono sempre i soliti, onnipresenti in tutte le commissioni (Giordani, Galli, Di Stefano, Scaccia), quelli della minoranza sono il sottoscritto e Giovannoli. Al voto tutti a favore tranne Spezzano, che si astiene.
Quarto punto. Regolamento della biblioteca. Sul principio siamo d’accordo. Anzi proviamo a proporre alcune modifiche ed integrazioni con l’obiettivo di migliorare l’impianto. Così come eravamo d’accordo nell’affidare la gestione della biblioteca ad un’associazione come “Bambini senza frontiere” che si era già distinta in passato per l’impegno e la capacità nel programmare iniziative ed attività di interesse culturale per i ragazzi. Però ci chiediamo e, soprattutto, chiediamo al sindaco, perché la biblioteca sono anni che non funziona? Come si può pensare che cambi qualcosa solo per l’adozione di un regolamento, senza stanziare un solo centesimo per il funzionamento? Chiediamo che non ci si limiti alla realizzazione del contenitore, ma che si lavori anche e soprattutto sui contenuti. Attendiamo (non troppo) fiduciosi. Al voto, per la cronaca, si registra l’unanimità.
Ormai è tardi e alcuni esponenti della maggioranza hanno degli impegni (ma non se lo possono tenere libero il giorno del consiglio?). Il Sindaco vuole proporre il rinvio della seduta. Spezzano ricorda che Giordani si era impegnato a discutere dell’interrogazione su un presunto abuso edilizio. Si crea un po’ di confusione e si comincia ad entrare nel merito della questione. Io chiedo che, se si passa ad affrontare l’argomento, si formalizzi l’inversione dell’ordine del giorno. Nel frattempo il responsabile dell’ufficio non c’è e Di Stefano se ne va. Rimane il Sindaco che, con tutta probabilità, non è a piena conoscenza della questione. Prova a forzare la mano chiedendo di votare il rinvio della seduta. La maggioranza stavolta non è compatta e la proposta non passa. Il Sindaco si accascia preoccupato sulla sedia. Spezzano incalza. Propongo una conciliazione. Si rinvia la seduta con l’impegno del Sindaco a mettere l’interrogazione al primo punto della prossima seduta. Il Sindaco accetta, ma vuole che l’argomento sia trattato a porte chiuse. E sia. Si vota il rinvio all’unanimità. Tutti a casa. Qualcuno ha l’aria preoccupata.

20 settembre 2008

Movimenti di bilancio

Come al solito il consiglio comunale viene convocato in un giorno feriale. Ormai abbiamo smesso di chiedere di individuare giorni e orari in cui ai cittadini interessati sia possibile assistervi. Se poi per caso la maggioranza non dispone di un adeguato numero di consiglieri - come è avvenuto il 13 settembre, quando per mancanza del numero legale si è rinviata la seduta alla seconda convocazione - allora il consiglio si può anche fare di sabato. Peccato però che nessun cittadino lo sapesse, visto che la convocazione ufficiale era per il venerdì.
Fortuna che il Sindaco ci ha avvisato per tempo dell'eventualità che non ci fossero abbastanza consiglieri di maggioranza...
Si comincia con appena 35 minuti di ritardo e i punti all'ordine del giorno sono solamente due. Sul primo non è neppure prevista una deliberazione assembleare. Si tratta di una comunicazione del Sindaco sull'utilizzazione dei fondi di riserva del bilancio. Va detto che i fondi di riserva rappresentano una sorta di ciambella di salvataggio da utilizzare in particolari momenti e in situazioni di urgenza. La normativa prevede in linea generale che in materia di bilancio le decisioni devono essere assunte dal Consiglio comunale e il fondo di riserva costituisce un'eccezione alla regola generale. Eccezione che va ovviamente utilizzata con moderazione e sulla base di effettive ed improrogabili esigenze amministrative. Noi chiediamo per l'appunto la ragione per la quale ci si sia avvalsi di questa procedura straordinaria e quali ragioni giustificassero una simile disposizione. La risposta data dall'assessore Scaccia è stata che alcune esigenze di spesa per la scuola sono emerse solo ad agosto e non c'era più il tempo di un passaggio formale in consiglio prima di deliberare la variazione di bilancio. A confortare la tesi dell'assessore è intervenuta la consigliera Ricci, delegata in materia di scuola, che ha ribadito che i problemi sono sorti proprio ad agosto. Nel mio intervento esprimo il mio stupore e un pizzico di ammirazione per le capacità della giunta di leggere il futuro, visto che la deliberazione di giunta con cui viene decisa l'utilizzazione del fondo di riserva risale al 17 luglio, circa un mese prima che i problemi – secondo le dichiarazioni dell'assessore Scaccia e della consigliera Ricci – sorgessero. Esprimo la preoccupazione che si utilizzi un meccanismo previsto per le situazioni di emergenza come scorciatoia per sottrarsi al dibattito consiliare. Certo, di fronte alle esigenze della scuola – che rimane per noi una priorità – facciamo fatica ad assumere posizioni negative, ma affermo che sarebbe doveroso da parte dell'amministrazione dare più informazioni su come vengano utilizzate le risorse, in virtù dei principi di correttezza e di trasparenza dell'amministrazione. Chiedo inoltre che venga portata quanto prima in consiglio un'ulteriore delibera approvata con la medesima procedura e sulla quale chiediamo fin da subito di dare la più ampia conoscenza dei fatti e delle motivazioni che l'hanno giustificata.
Si passa quindi al secondo punto: la variazione di bilancio giustificata da motivi di urgenza. Anche in questo caso l'atto viene illustrato dall'assessore competente, Giorgio Scaccia, che spiega a grandi linee come siano intervenute esigenze di spesa che hanno reso necessaria l'individuazione di nuove risorse da destinare al centro anziani e per il contributo per canoni di locazione per le famiglie bisognose. Per queste due voci sono state reperite risorse a livello regionale. Ben più cospicuo è l'importo relativo alle due voci successive, relative alla sistemazione degli impianti sportivi e ad ulteriori lavori da effettuare per le strutture scolastiche.
Qui l'assessore parla di una "partita di giro", evidenziando come entrate e uscite siano equivalenti, quasi a dimostrare che la variazione di bilancio sia del tutto indolore per le casse comunali. Ancora una volta siamo costretti ad intervenire per cercare di fare un po' di chiarezza e per esprimere le nostre valutazioni. In primo luogo sentiamo la necessità di sottolineare l'imprecisione delle affermazioni dell'assessore: non si può mascherare la variazione di bilancio come una banale operazione contabile a saldo zero. Quella che viene definita "entrata" per complessivi 100mila euro (il mutuo acceso con la cassa depositi e prestiti) è indubbiamente un'entrata per l'attuale esercizio di bilancio, ma comporterà un costo a carico della collettività per gli anni a venire. Un costo che forse, con un po' più di capacità programmatoria, si poteva anche evitare, visto che si poteva ricorrere a finanziamenti regionali quantomeno per l'adeguamento delle strutture sportive. Su questo punto evidenziamo come un'importante realtà sportiva labicana - quella del calcetto, che aveva ottenuto un importante successo a livello provinciale - non abbia potuto proseguire la propria attività proprio a causa della mancanza degli spogliatoi che, con grande ritardo, il comune si appresta a mettere a norma solamente adesso. Inoltre chiediamo ancora una volta di avere una più ampia conoscenza delle questioni. Le spese per la scuola e per lo sport sono sempre accolti con un pregiudizio favorevole, ma sarebbe meglio sapere "come" vengono spesi i soldi, perché non è detto che più aumentano le risorse e più aumenta la qualità dell'intervento e allora è meglio conoscere modalità e obiettivi, per poter valutare le scelte disponendo di tutte le informazioni necessarie.
Analoghe considerazioni possono essere fatte per la scuola, su cui si interviene sempre con la logica dell'emergenza e creando sempre qualche disagio alla popolazione scolastica. Su questo punto Spezzano segnala che la consegna dei lavori sia prevista per il 6 ottobre e questo spiega il tradizionale ritardo dell'avvio del tempo pieno e dell'erogazione dei pasti a scuola, con l'inevitabile perdita di preziose ore di insegnamento. Pur giudicando negativamente il comportamento dell'amministrazione al momento del voto decidiamo di astenerci, per senso di responsabilità verso questioni di grande rilievo sociale, sulle quali avremmo preferito ci fosse una migliore attenzione e capacità di programmazione da parte della maggioranza. Al voto 10 favorevoli e 4 astenuti.
Terminati i punti all'ordine del giorno il Sindaco decide di consentire che venga dato spazio al dibattito su alcuni temi segnalati dai consiglieri, così come prevede lo Statuto. Non era mai successo è nonostante sia prassi abituale nelle assemblee elettive, riteniamo di dover comunque ringraziare il Sindaco per aver finalmente concesso un po' di spazio alla democrazia. La prima questione sollevata riguarda proprio il rapporto tra l'amministrazione e le realtà sportive. Si affronta il problema del calcetto e della mancata iscrizione al campionato. Remo Di Stefano contesta l'accusa di "scarsa sensibilità" sull'argomento e si dice disposto ad impegnarsi per risolvere il problema. Peccato che, a quanto pare, per il campionato sia ormai troppo tardi.
Sulla scarsa sensibilità interviene Giovannoli chiedendo conto della mancata risposta ad una lettera dell'associazione della pallavolo inviata a luglio su cui si chiedeva un immediato riscontro e per la quale dopo ben due mesi non era arrivata nessuna risposta. Grande imbarazzo del Sindaco, ma alla fine si riesce a strappare un impegno per le più importanti trasferte previste.
Un'altra questione la solleva Luciano Galli a proposito del nostro trafiletto (vedi numero di agosto) sui manifesti selvaggi affissi dal Comune, sostenendo che allora avremmo dovuto criticare anche quelli di due consiglieri di minoranza dello stesso tenore. Premesso che, per altre ragioni, ho espresso una personale disapprovazione sull'episodio, faccio notare alcune differenze fondamentali: i manifesti della maggioranza li ha pagati il comune, quindi i cittadini, quelli di Paris e Tulli se li sono pagati con le proprie tasche; i manifesti della maggioranza sono stati affissi da operatori pubblici, pagati dal comune e non hanno pagato la tassa per le affissioni (che comunque avrebbero pagato i cittadini…) mentre quelli di Paris e Tulli hanno pagato la tassa di affissione; i manifesti della maggioranza sono stati affissi in modo selvaggio (la foto pubblicata lo dimostra), quelli di Paris e Tulli hanno rispettato le regole. Ce n'è abbastanza perché il Sindaco si scusi a nome dell'amministrazione. Ma, ovviamente, le scuse non arrivano. Il messaggio è "noi siamo al di sopra delle regole". Infine Spezzano solleva una questione di una certa gravità su un'interrogazione a cui il Primo Cittadino di Labico non voleva dare risposta, adducendo argomentazioni a dir poco pretestuose. Lascio a Maurizio le considerazioni sul caso, anche perché avremo modo di riparlarne, visto che il Sindaco ha promesso che porterà l'interrogazione al prossimo consiglio comunale.

19 settembre 2008

Mozione sulla sicurezza stradale


Comune di Labico - Mozione

Il Consiglio comunale di Labico,

-                     considerato che appare opportuno incentivare forme di mobilità sostenibile che consentano di spostarsi in sicurezza riducendo l’impatto ambientale e la congestione della rete viaria;
-                     tenuto conto che alcune delle ragioni che scoraggiano il ricorso a mezzi di trasporto alternativi sono la totale assenza di strutture adeguate e la percezione di pericolo nelle nostre strade;
-                     considerato che in particolare questa sensazione di insicurezza rappresenta una delle principali motivazioni che spinge i genitori ad accompagnare i figli a scuola in automobile, causando enormi problemi di traffico e aumentando, paradossalmente, il livello di pericolo;
-                     preso atto che la situazione sulla via Casilina è talmente preoccupante da aver indotto l’amministrazione comunale a far presidiare due attraversamenti pedonali durante l’orario di ingresso nelle scuole e affidando la regolamentazione del traffico lungo l’arteria di collegamento dei singoli plessi scolastici a personale volontario;
-                     valutato che la diffusa mancanza di marciapiedi e la loro inadeguatezza dimensionale là dove esistenti rende poco agevole la percorrenza anche di brevi tratti a piedi dando vita ad una perversa spirale che porta gran parte dei cittadini a ricorrere all’uso dell’automobile anche quando non necessario;
-                     appare non più rinviabile la redazione di un piano per la sicurezza stradale all’interno del comune di Labico, che tenga conto in particolar modo del gigantesco impatto della strada statale Casilina come asse viario di attraversamento, ma senza dimenticare l’ormai estesa, ma del tutto irrazionale ed inadeguata, rete viaria comunale;

impegna l’amministrazione comunale:

a redigere un piano della sicurezza stradale che preveda un intervento complessivo ed organico, basato sia su opere di carattere infrastrutturale finalizzate ad aumentare il livello di sicurezza (dissuasori, dossi, impianti semaforici, rilevatori di velocità, ecc.) sia su azioni di regolamentazione del traffico e campagne di sensibilizzazione e di informazione miranti a garantire il rispetto del Codice della Strada;

ad avviare, nelle more della predisposizione del piano di cui al capoverso precedente, una serie di piccoli ma significativi interventi che possano rappresentare un primo passo verso una mobilità più sostenibile;

a realizzare in particolare ed in tempi brevi i seguenti interventi:
-         collocazione di dossi lungo vicolo del cipresso e in ogni altra strada di collegamento con zone residenziali che, in base alla valutazione degli uffici competenti, richieda questo tipo di intervento;
-         collocazione di rastrelliere in prossimità dei plessi scolastici delle scuole medie ed elementari;
-         collocazione di dissuasori di sosta nei punti dove la presenza di automobili può costituire un intralcio al traffico e/o un pericolo per l’utenza debole;

a porre in essere un accurato studio su una più razionale organizzazione del traffico veicolare nel sistema viario di collegamento con le scuole, non escludendo il ricorso a limitazioni temporanee dell’accesso alle automobili, così come avviene in moltissimi comuni d’Italia e d’Europa in attuazione di progetti che vanno ben al di là di interventi miranti alla riduzione della congestione;

a prendere in considerazione l’ipotesi di pedonalizzare una parte del centro abitato sulla base di valutazioni di utilità ed opportunità, in particolar modo la zona di piazza Mazzini, ritrovo abituale di famiglie e bambini, individuando eventualmente fasce orarie adeguate a contemperare le diverse esigenze di fruizione della strada.

26 agosto 2008

Consigli comunali estivi e patologie

L’ininterrotta attività consiliare dei mesi di giugno e luglio (fino al primo agosto) e la pausa estiva ci hanno costretti ad una interruzione della pubblicazione del giornale piuttosto lunga. Ci dispiace, anche perché crediamo sia importante far sapere ai cittadini cosa succede all’interno del Consiglio comunale e le numerose sedute che si sono succedute dalla fine di maggio stanno a significare che quando si parla di strumenti urbanistici l’amministrazione diventa improvvisamente attiva ed operosa. Ovviamente non ha molto senso fare un resoconto dettagliato di tutti i consigli né abbiamo il tempo e le energie per farlo adesso. Però crediamo sia utile, ricollegandoci alla sintesi pubblicata nel numero di luglio, ripercorrere alcune delle questioni più significative.
Intanto bisogna purtroppo registrare che anche nelle ultime sedute non è mutata l’incoerenza delle scelte sia sotto il profilo urbanistico sia sotto il profilo procedurale. Per cui in alcune circostanze si è deciso che si poteva solo approvare o respingere un’osservazione, perché non era prevista la possibilità di proposte alternative (che avrebbero significato la formulazione di una nuova osservazione da parte del consiglio comunale), ma in altre si è allegramente “mercanteggiato” sui contenuti concedendo un centimetro (in scala ovviamente) di qua o di là sulla base di valutazioni molto ruspanti e approssimative. Spesso e volentieri osservazioni del tutto analoghe hanno avuto risposte di segno opposto, ingiustificabili sul piano della programmazione territoriale, ma che probabilmente trovano una loro spiegazione in riferimento alla titolarità delle particelle catastali interessate. Da questo punto di vista va segnalata l’ellittica dichiarazione del capogruppo della maggioranza: “I nostri elettori, i vosti elettori”. Dal contesto una possibile interpretazione potrebbe essere che le scelte urbanistiche si fanno in funzione dell’orientamento di voto dell’osservante. Mi auguro che non sia così, ma, nel caso, faccio presente che la nostra impostazione è decisamente differente: la pianificazione urbanistica non è, né può essere, il mercimonio di consensi e favori, in funzione del proprio tornaconto personale (di potere per alcuni e di concessione di favori per altri), ma risponde ad esigenze di benessere dell’intera collettività, possibilmente cercando di salvaguardare l’integrità del territorio. Non pretendiamo che sia così anche per gli altri, ma almeno vorremmo che sia chiara la differenza.
Questo aspetto però è finanche secondario rispetto ad altri fattori che intervengono ad alterare quelli che potremmo definire i “criteri ispiratori” della programmazione urbanistica labicana. Il fatto che, in qualche circostanza, si rinunci a qualche servizio, a una strada, ad una piccola piazza per dare qualche contentino qua e là, potrebbe sembrare già sufficientemente biasimevole, ma – e bisogna aggiungere “purtroppo” – la questione non si esaurisce lì. Ben più rilevante è l’influenza di altri parametri, come l’interesse di qualche costruttore o di qualche amministratore (e a volte tra le due categorie la distanza è misurabile in micron). Faccio qualche esempio, tanto perché le considerazioni non sembrino campate in aria. Invito chi ne abbia voglia a dare un’occhiata alla mappa generale del piano regolatore. Ovviamente sul sito del Comune (pagato con i soldi dei contribuenti) non è reperibile, ma sul nostro sito (www.cambiareeviverelabico.it, autofinanziato dai consiglieri e simpatizzanti dell’opposizione) sì. Ebbene, se si guarda bene la zona dove sono stati individuati gli impianti sportivi ci si trova di fronte ad una sorprendente stranezza. La forma dell’area assomiglia vagamente ad una H. Nessun problema a prevedere l’esproprio per i comuni cittadini di vasti terreni, lasciando magari una piccola zona edificabile sotto i cavi dell’alta tensione, ma guai a toccare un solo centimetro quadrato (reale, non in scala) ai costruttori proprietari dell’area che sta esattamente all’interno della H, creando non pochi problemi di omogeneità dell’area e di collegamento tra le due zone. Possibile che il costruttore abbia comprato l’area intuendo che il Comune avrebbe scelto di realizzare una zona sportiva con quella singolare forma? O forse, nel momento in cui si disegnano le zone si guarda bene a chi appartengono i terreni? Addirittura in corso d’opera l’amministrazione ha deciso che l’estensione della zona sportiva non era sufficiente ed ha deciso di individuare altri terreni, da destinare a vincolo (preordinato all’esproprio) per impianti sportivi. Qualcuno pensa che si sia potuto solo minimamente pensare di utilizzare la parte interna della famigerata H (di proprietà del costruttore)? Spero che nessuno sia così ingenuo. L’area reperita è ancora più esterna, rende ancora più “artistica” la forma della zona sportiva ed appartiene ovviamente a privati cittadini. Come volevasi dimostrare.
L’altro importante discrimine riguarda l’interesse degli amministratori. Ad esempio, quando è dovuto uscire dall’aula, per “conflitto di interessi”, l’assessore al bilancio, la sua maggioranza, opportunamente istruita, ha prontamente approvato tutte le osservazioni che lo riguardavano, modificando criteri e valutazioni a seconda della circostanza. L’unico comune denominatore era rappresentato dalla assordante assenza dell’interessato. Alla faccia dell’amministrazione corretta e imparziale, come dovrebbe esserci scritto da qualche parte nella nostra Costituzione. Un altro esempio riguarda il Sindaco. Ne avevo parlato nel mio ultimo articolo. C’era un’osservazione in merito all’individuazione dell’area turistica ricettiva tutta – e dico tutta! – all’interno della proprietà del Sindaco. Qualche cittadino ha pensato bene di chiedere che parte di quell’individuazione fosse collocata nel proprio terreno (avendone le caratteristiche e la funzionalità). In prima battuta la maggioranza, di fronte alle nostre pressioni, aveva provato un po’ di imbarazzo e aveva ritirato la proposta di bocciatura dell’osservazione formulata dalla commissione. Io avevo detto che non avevano avuto ancora il coraggio di riportarla in aula dopo tre settimane. Ebbene non solo hanno trovato il coraggio di riportare l’osservazione, ma hanno avuto anche la faccia tosta di riproporre tal quale il parere della commissione. Complimenti. In compenso il Sindaco è uscito e a ha lasciato che a votare fosse la sua maggioranza (sempre opportunamente istruita). Peccato che si sia dimenticato di uscire quando la stessa questione l’abbiamo sollevata con una nostra osservazione. Un’osservazione che hanno rifiutato di discutere per singoli punti (come chiedevamo noi) e hanno votato allegramente tutto quanto tutti quanti, sindaco compreso. Anche perché altrimenti non avrebbero avuto il numero legale. Ovviamente ci sono gli estremi per invalidare l’atto.
Un altro elemento di folklore è stata la partita delle osservazioni dell’ufficio tecnico. L’ufficio tecnico ha presentato circa dieci osservazioni con delle modifiche “in corso d’opera” per correggere alcuni errori e alcuni problemi evidenziati durante l’esame del piano (molti erano stati segnalati proprio con la nostra osservazione, che hanno bocciato…). Quando arrivano le osservazioni ci accorgiamo che sono del tutto prive di numeri di protocollo e recano un numero progressivo assegnato dall’ufficio tecnico. Chiediamo spiegazioni. Il Sindaco è del tutto ignaro di quanto sia avvenuto e chiede lumi al responsabile dell’ufficio, il quale, candidamente, spiega di aver preso un po’ di numeri “in bianco” (testuali parole) da utilizzare in seguito. Faccio presente che è una procedura illegittima e chiedo di ritirare immediatamente gli atti. Sono sconcertati, ma, nel dubbio, li ritirano. Li ripresentano (con lo stesso numero progressivo) una settimana dopo, accompagnati da un numero di protocollo relativo ad una lettera interna tra ufficio tecnico e ufficio protocollo. Sostengo che è un metodo del tutto privo di senso e di dubbia regolarità. Stavolta non sentono ragioni. Si passa oltre, ma almeno è chiaro che l’amministrazione soffre di una preoccupante patologia: allergia alle regole. Non vorremmo che rischiassero di andare incontro – se gliene arrivasse qualcuna tra capo e collo – ad uno shock anafilattico. Segnalateci possibili terapie.

5 luglio 2008

Cronache dal consiglio

Noi di Cambiare e Vivere Labico abbiamo sempre criticato la modesta disponibilità al confronto istituzionale dei nostri amministratori. Dopo le elezioni del 27 maggio 2007 si è tenuto un solo consiglio prima della pausa estiva (quello del 16 giugno era esclusivamente di insediamento) il 3 agosto. Per una successiva convocazione è stato necessario attendere quasi due mesi (28 settembre).
Gli intervalli successivi sono stati mediamente di un mese e mezzo. Il record è stato battuto durante il periodo delle elezioni amministrative, complice probabilmente la candidatura del vicesindaco alle provinciali, durante il quale l’intera amministrazione comunale è stata mobilitata per la campagna elettorale e quindi non c’era certo tempo da perdere in attività amene come i consigli comunali. Settanta i giorni di inattività in quella circostanza.

Alle colonne d'Ercole

Alle colonne d'Ercole
La mia ultima avventura